mercoledì 2 ottobre 2013

Tappa #6 Siena/Buonconvento/San Quirico D'Orcia

Oggi ho barato! Ho barato, imbrogliato e giocato sporco, con il viaggio, un po' anche con me stesso ma in fondo, va bene così. Sveglio dalle 6:30 smonto la tenda e rifaccio lo zaino, come ormai ogni mattina. Sbrigate tutte le faccende reiprendo il cammino verso Buonconvento, la destinazione di oggi. Dopo un'ora e mezzo di cammino sono nel paesino di Isola d'Arba, e qui avviene il misfatto! L'idea malsana che da un po' mi sta covando nella testa comincia a prendere forma nel momento in cui mi avvicino alla fermata delle corriere e guardo gli orari. La verità è che farei fatica a camminare 30 chilometri anche oggi, e se poi voglio arrivare in fondo al viaggio devo cercare di non superare i miei limiti fisici, e così cedo. Decido di sfruttare quest'occasione. Farò comunque tappa a Buonconvento ma raggiungerò per sera il borgo di San Quirico. Così facendo guadagnerò un giorno di cammino e potrò godere a pieno della bellezza della Val d'Orcia, in cui mi fermerò un giorno in più, prima che arrivi il maltempo previsto per il finesettimana. Al mio arrivo, trovo a Buonconvento un' atmosfera surreale, quieta, di tranquillità assoluta, tipica delle ore centrali dell'estate quando fa troppo caldo per uscire di casa. È questo che mi cattura di questo paesino. Pochi turisti, tutti educati e rispettosi di quel silenzio, che si percepisce quasi come una spada di Damocle che, se infranta, ti cadrebbe rovinosamente sulla testa. Risalgo dunque in corriera e dopo una ventina di minuti sono a destinazione. Pensare che se l'avessi fatta a piedi questa strada c'avrei impiegato quasi due giorni. Entrato a San Quirico d'Orcia mi dirigo subito verso la casa d'accoglienza per i pellegrini dove, con un sorriso e una vigorosa stretta di mano, mi accoglie Don Gianni. Avrà sì e no 35 anni. Un omone grande, con spalle possenti e un bel viso rubicondo, un sorriso contagioso sulle labbra che ti trasmette inesorabilmente felicità, veste pantaloncini corti in velluto e una polo blu. Mi spiega le regole della casa, dandomi poi appuntamento presso la canonica prima di sera per compilare la registrazione. Approffitto quindi del tempo a disposizione per godermi ogni angolo di questo gioiello. Crogiuolo di monumenti realizzati in diverse epoche qui tutto si amalgama alla perfezione dando vita ad un borgo di una rara bellezza. La pieve, già nominata in alcuni documenti del 741, i cinquecenteschi Horti Leonini raffigurazione arborea della ricerca rinascimentale della perfetta razionalità. Le possenti mura, ancora intatte in molti tratti, le sue porte storiche, le diverse chiese, il palazzo dei Chigi inviati dei medici a cui era stato affidato il marchesato della zona e gli immancabili scorci, nascosti tra i mille vicoli che si districano partendo dalle piazze, a cui ancora non riesco ad abituarmi. Arriva la sera, e con essa anche l'invito di Don Gianni a cenare in compagnia sua, di Matteo un altro pellegrino e di due suoi amici. Inutile dire che un po' di compagnia mi aiuta decisamente, complice anche la simpatia ed la spontaneità con cui quest'uomo mi sorprende fin da subito. La serata passa quindi nel migliore dei modi, tra chiacchiere, scherzi e racconti dei viaggi passati di ognuno dei commensali. Terminata la cena ci ridiamo poi tutti appuntamento alla mattina seguente per fare colazione assieme. Prima di dormire pensi a quanto sia bello fare incontri del genere, ed a quanto valga la pena, avendone la possibilità, viaggiare, conoscere ed imparare perchè incontri del genere ti aprono davvero, ti fanno stare bene. Chiudo gli occhi, sono felice!

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