Ora basta! Non ne posso più, davvero, sono esausto! La pioggia mi cade sulla testa, senza tregua. Sembra pesantissima quando mi sbatte addosso ed io non sono più in grado di sopportare una situazione simile! Combatto con lei ormai da sei giorni, vivendo un vero e proprio scontro fatto di tregue e momenti di cruenta battaglia. Mi sta lavorando ai fianchi, sperando che io ceda, che abbandoni il cammino e mi ritiri, ma sbaglia di grosso, non mi conosce affatto! Già, perchè una situazione come questa diventa davvero pesante da affrontare sia a livello fisico che a livello psicologico. Mi fermo in un bar per tutta la mattina e verso le due prendo una corriera che in un'ora mi porta fino a Gualdo Tadino. Paesotto industrializzato è una tappa obbligata nel mio passaggio dall'Umbria alle Marche. Imbocco la Valsorda, fa freddo, ci sono almeno cinque gradi in meno rispetto ad Assisi e dopo nemmeno dieci minuti dal mio arrivo, tanto per fare qualcosa di diverso, inizia a piovere. È pomeriggio, oghi non ho camminato e non ho intenzione alcuna di fermarmi ad aspettare, anche perchè guardando il cielo si capisce chiaramente che non smetterà presto. Arrivato al rifugio del passo imbocco un sentiero di montagna che mi porterà fino a cacciano. La pioggia non smette di cadere, ed anzi a tratti aumenta all'inverosimile, scrosciando a mò di diluvio universale. La rabbia infuria dentro di me. Mi ha fatto correre da Gualdo a qui, mi sta facendo correre lungo il sentierino e nonostante questo non riesco a trattenermi. Sono fradicio, inzuppato e costretto a rimanere sotto quest'acqua. Esplodo, in una serie di urla, insulti ed imprecazioni verso il cielo, contro questo maledetto tempo che non vuole cambiare! L'unico motivo per cui ancora non ho preso la peste azzura, gialla, viola, il tifo e il colera è tutto delle ottime scarpe Dolomite e del mio fantastico abbigliamento Karpos (composto da giacca in Gore, pile e pantaloni performanti in modo straordinario e asciutti in cinque minuti!) Arrivo a Cacciano dopo due ore di sentiero. In zona non c'è nessun posto dove fermarmi, l'unica scelta è arrivare a Fabriano, l'unica possibilità è cercare un passaggio. Cosimo è l'unico a fermarsi, è un uomo elegante e preciso ma come me sta scendendo da un giro in montagna e capisce cosa ho passato fino a qualche momento prima. Facciamo quattro chiacchiere, ci scambiamo qualche opinione e poi improvviso mi domanda se mi farebbe piacere fermarmi ospite da lui, a casa sua, per conoscere sua moglie e suo figlio. Accetto molto volentieri la proposta e così vengo, nuovamente, accolto con gentilezza infinita e spontanea, da lasciar senza parole! La rabbia così passa (per ora) e la speranza che il tempo cambi mi accompagna finchè m'addormento.
(Oggi non ho fatto nemmeno una foto quindi ve ne beccate una mia, sotto la pioggia, esausto e con faccia molto allegra. Enjoy!)
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