Sono le cinque e trenta. Marco si sveglia presto, come tutte le mattine, per andare al lavoro, in campagna. Ci laviamo a turno mentre si aspetta che il caffè salga dalla moka. Fatta colazione saliamo in macchina e mi accompagna fino a Santa Maria, di fronte alla basilica che spicca maestosta nel buio della notte grazie illuminazione dei fari. Non sprechiamo inutili parole, uno sguardo intenso, una forte stretta di mano, ed un veloce saluto. Bellissimo come puoi affezionarti e provare immensa gratitudine verso alcune persone pur conoscendole così poco. Varco quindi la soglia dell'enorme palazzo e mi addentro nella sua atmosfera. Lungo le navate risuonano a gran voce dei canti francescani accompagnati da un organo. Sta iniziando la messa ed io mi fermo qualche istante ad osservare l'ambiente e le persone che, nonostante l'ora, entrano in continuzione. Per rispetto dopo poco mi allontano. È molto tempo che mi sono distaccato da questo mondo e, devo essere sincero, non ho neanche più voglia di interogarmi su eterne questioni filosofiche riguardanti il credo. Fuori ha ricominciato a cadere la pioggia, tanto per cambiare. Per fortuna qui vicino c'è una lavanderia automatica e posso occupare un po' di tempo per fare il bucato. Finito di armeggiare con lavatrici e asciugatrici varie mi dirigo verso l'ostello dove starò questa sera, in modo da lasciarvi lo zaino e poter visitare Assisi con una libertà maggiore. Parlo con Daniela, la responsabile, che mi racconta del grande caos scoppiato negli ultimi anni sulla questione "cammino di San Francesco": fatto di invidie, percorsi copiati tra loro e case d'accoglienza gestite nel modo sbagliato. Dopo uno scambio di opinioni mi dedico al vero motivo per cui sono qui. Nell'aria si respira una pioggia sottile, che penetra nella giacca, fino dentro le ossa. La città è un luogo fantastico, se riesci ad isolarti dalle folle urlanti e chiassose di turisti. Noto però una ricchezza ostentata ad ogni angolo, chiese e abazzie gigantesche, sfarzose. Ristoranti e negozi, quasi tutti inglobanti il nome di San Francesco nelle loro insegne. Questa cosa mi fa saltare continuamente nella testa un pensiero: "cosa ne sarebbe di tutto ciò se Francesco potesse essere qui oggi?" Proprio a lui, che aveva abbandonato ogni ricchezza per vivere in semplicità ed umiltà, hanno costruito una cattedrale immensa, su più piani, con volte decorate da Giotto e da mille altri artisti famosi, con vetrate lavorate in modo sublime ma ricco, proprio a lui, che era contro tutto ciò. Al di là di tutto la città rimane comunque una perla di bellezza, della quale bisogna però cercare di capire lo spirito, scostando quel velo di Maya, fatto di turisti e banchetti di souvenir, che nasconde la sua vera natura. Rientro presto nell'ostello, consumo la cena in compagnia di altri pellegrini e mi ritiro, domani la tappa sarà pesante, e ancora non so se potrò fidarmi del tempo.
grande, bellissima Assisi.
RispondiEliminapero´meritano tanto anche bevagna trevi e spello, tutte li vicino,
Lúmbria e´ davvero una terra bellissima