I miei occhi si aprono quasi un'ora e mezza prima della sveglia. Non ho più sonno. Mi alzo e subito sposto la tendina messa davanti alla finestra. Sereno, non ci posso credere! In fretta e furia cerco di sistemare tutto. Della roba che avevo steso non s'è asciugato nulla, è rimasto tutto quanto umido ed impregnato. Devo adeguarmi, non ho molta scelta in fondo. Ricaccio velocemente i materiali al loro posto, ormai lo zaino si fa quasi da solo. In mezz'ora sono fuori. Faccio colazione, ho fretta. Voglio fare più strada possibile senza bagnarmi, il blog li aggiornerò stasera. Pochi metri dopo il campeggio imbocco la Via Francigena che da qui mi accompagnerà quasi fino a Bolsena. Una strada bianca che si butta subito in mezzo al bosco e che per tre ore proseguo in silenzio, solo, a passo veloce, senza sentire nemmeno un rumore. È strano viaggiare così, non hai nessuno con cui parlare, non hai musica da ascoltare, ci sono solo il sentiero e le scarpe che avanzano. Già, avanzano e si immergono nel fango che forma sotto la suola come un blocco, inamovibile, pesante, pesantissimo contro cui mi tocca lottare per gran parte del percorso. Sei solo con te stesso, ti parli, ti analizzi, e ti ritrovi a pensare a cose che nella normale quotidianità nemmeno immagineresti, lontane, inusuali. Sono già le due. Arrivo a Quartaia, fin'ora ho attraversato solo campagne e prati (perdendo anche mezz'ora per ritrovare la strada). Mangio qualcosa. La giornata di oggi sembra quasi una gara, tra me e la pioggia, e fin'ora ho vinto io, ma non appena lascio il paesino l'avversario non tarda a recuperare il terreno perso. Fermo di nuovo, sotto un albero. Passa un quarto d'ora, passa mezz'ora, passa un'ora. Un'ora seduto sotto un albero, con un poncho usato a mò di tendina. Finalmente smette ed io posso ripartire. Quando arrivo a destinazione cammino ormai da otto ore, e mi sembra di camminare da un mese, o forse solo da mezz'ora. Monteriggioni è uno dei motivi per cui ho intrapreso il viaggio! Posto in cima ad una piccola collina lo noto già qualche chilometro prima. In quel momento accelero il passo, perchè la voglia di arrivare è tanta, soprattutto in una meta così ambita, così a lungo sognata! Varco la sua porta principale, scolpita in uno dei nove torrioni, e subito m'inebrio della sua perfezione. Borgo equilibrato, possente ed intimo allo stesso tempo, mi attira dentro le sue viuzze, mentre i miei occhi cercano, rubano, come a dover soddisfare una fame, innata, che non riesco a controllare. Ripercorro tutte le vie almeno tre volte, e ad ogni passaggio noto nuovi elementi, particolari sfuggiti. Scatto qualche fotografia, anche se ha ripreso a piovere e la luce non è buona. Stanco mi dirigo alla casa dei pellegrini. Non ho forze per cercare un posto e montare nemmeno stasera! Confido nel bel tempo previsto per domani...Siena m'attende.
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