venerdì 4 ottobre 2013

Tappa #8 San Filippo/Abbadia San Salvatore/Sorano/Sovana

Alla fine l'ho fatto anche oggi ma giuro, lo giuro a tutti, che ho la situazione sotto controllo e che questa cosa dei pullman non mi sta sfuggendo di mano! Scherzi a parte, il motivo dell'ennesima trasgressione sta nel diluvio che è stato previsto per sabato. Perchè in fondo, in un viaggio come il mio, è importante cercare di calcolare tutti i possibili imprevisti. Se rimanessi fedele alla tabella di marcia dovrei fermarmi stasera nei pressi di Piancastagaio e poi domani proseguire fino a Sorano ma nella pratica se veramente piovesse rimarrei probabilmente bloccato a metà strada trovandomi in difficoltà. Se invece mi allungassi verso Sorano avrei un giorno di vantaggio e sarei comunque vicino alle successive tappe di Sovana e Pitigliano. La decisione a questo punto mi viene quasi automatica. Parto presto da San Filippo e ad Abbaddia San Salvatore arrivo verso metà mattina. Rimango un po' deluso dal suo borgo ma rimango invece colpito dalla cripta templare della sua abbazia. Di qui il pullman parte alle 11:50. All'orario prestabilito sono sotto la pensilina e dopo pochi minuti vedo la corriera arancione avvicinarsi da in cima alla via, a gran velocità. Mi affaccio sul marciapiedi, il mezzo è sempre più vicino, in orario perfetto. Mi carico lo zaino in spalla, pronto a salire, quando noto che lui in realtà non accenna a rallentare...andato. Mi è sfrecciato davanti, senza nemmeno degnarmi. Ok, magari non era l'autobus giusto, aspetterò ancora un pochino. Passano venti minuti, speranza e rabbia crescono in modo inversamente proporzionale, finchè non esplodo in un urlo. Comincio a correre, quasi a volerlo rincorrere, quel maledetto pulmino! In viaggi del genere però impari ad apprezzare le sfortune, perchè capita molto spesso si alternino con altrettante grandi fortune. Incontro infatti Luigi che mi propone un passaggio a Piancastagnaio, dove ha un cliente che conosce bene la zona. I casi della vita! Arrivati incontro subito Maurizio, pescivendolo di Marta (vicino Bolsena) che passa appena a 4 chilometri da Sorano. Il gioco è fatto! In sola mezz'ora siamo là, ci salutiamo, e lui riparte sgasando col suo furgoncino un po' scassato. Mi ero dimenticato quanto presto si facesse con la macchina a fare la strada che io faccio in un giorno. Mi rimetto in marcia di buona lena, nonostante un'infiammazione al tendine che mi da un po' fastidio. Incredibile come io non mi sia ancora abituato alle sorprese, perchè dopo mezz'ora Sorano spunta improvvisamente da dietro un angolo, lasciandomi di sasso. Penso che non può trovarsi veramente lì, è troppo assurdo! Lui invece se ne sta proprio lì, davanti ai miei occhi, arroccato al centro di una valletta nascosta su tutti i lati, costruito su due crinali, come se si trovasse sulla lama di un coltello. L'impatto è fortissimo, dovuto all'amalgama del colore giallo dei muri, costruiti in tufo, con quello rosso dei coppi. Al suo interno poi, colgo un'atmosfera strana, perchè realmente alcuni di questi luoghi ti fanno sentire in un'altra atmosfera, su un pianeta diverso dal nostro. Il borgo è un fantasma, vuoto,  che m'inebria dei suoi sapori ancestrali, fino ad instupidirmi. È primo pomeriggio, ho ancora tempo, proseguo allora verso Sovana. Ho guadagnato parecchia strada, ma è meglio così, non so cosa mi può aspettare più avanti. Il contrato tra la terra maremmana e l'erba che cresce sotto i suoi olivi dà origine ad un colore che i miei occhi non hanno mai visto, che mi segue finchè non giungo alle porte di Sovana. Penso a Matteo che prima di partire mi disse: "Da Sorano arriverai in posti così belli che farai fatica a descriverli, o sembrerai ripetitivo, te lo assicuro." Beh, il mio amico aveva proprio ragione, perchè per l'ennesima volta rimango incantato. La strada rossa di terracotta attraversa il paese proprio nel centro, con le casine di tufo che s'accalcano una sull'altra molto delicatamente, e porta dritta al fiore all'occhiello del borgo: il suo duomo dell'undicesimo secolo. La sera, prima di dormire, trovo un po' di calore al bar di Simona, dove racconto del mio mentre con i paesani beviamo un bicchiere di vino. Che emozioni stupende questo viaggio! Mai uguali tra loro, si accumulano in me secondo dopo secondo, regalandomi continui stimoli, spunti e gioie! Una giornata davvero piena, quella di oggi, che mi trascina nel sonno non appena la notte cala.

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