venerdì 27 settembre 2013

Tappa #1 Firenze

Dannazione! E dire che fino a ieri la mia mente concepiva ancora questo viaggio come un'idea, un'astrazione lontana ed immaginifica. E invece sono qua, a Firenze, pronto per partire e con lo zaino sulle spalle. Una condizione che mi è zompata addosso, inattesa, quasi mi avesse teso una trappola, proprio come fa un puma con le sue prede. In fondo è stata proprio questa la sensazione che stamattina, sceso dal trento che da Trento, dopo una roccambolesca corsa per prendere il treno con relativo amico che minacciava i capotreni e mi indicava il binario, mi ha condotto fin qui ed ha avvolto i miei sensi. Una sorta di inaspettato tradimento alla quale il mio animo ancora non era completamente pronto. Bastano peró pochi istanti per risvegliarmi dallo shock, e mentre lascio che la frenesia si impossessi del mio corpo, cerco di focalizzarmi sui miei obbiettivi. Prima di tutto devo recuperare un  telefono nuovo, dato che il mio ha ben pensato di sfracellarsi su una banchina della stazione centrale di Bologna, e dopo "solo" due ore sono finalmente pronto! (ringrazio comunque la gentilissima commessa del centro vodafone che ha provato in mille modi a trasferire i miei numeri sul telefono nuovo, invano!) Acquisto una cartina e mi dirigo subito verso il margine orientale della città. Da porta San Frediano punto verso San Miniato al monte. Mi fermo in un panificio, l'odore del pane è intenso, fatto di grano e lieviti cotti, a cui si mescola però anche quello dei dolci e delle torte, ammorbidendo quel profumo rude, agreste. Dopo essermi concesso un breve pranzo davanti a Palazzo vecchio decido di allontanarmi dalle "tappe obbligate" e mi ritrovo, come spesso mi succede, a perdermi all'interno di strette viuzze e coorti nascoste. La capitale del Granducato di Toscana, impero dei Medici e grandiosa culla della cultura rinascimentale si impadronisce di tutti i miei sensi, realizzata in quella curiosità che mi spinge a cercare e rubare sguardi e piccoli particolari, con la vanità e l'orgoglio di essere stato l'unico, celato spettatore di quell'attimo di vita. Solo quando la luce comincia piano piano a scomparire mi accorgo che è tempo di andare. Il vero viaggio inizia domani, con i primi 33 chilometri che da Fiesole mi porteranno a Montefioralle. Rifaccio lo zaino con cura, cercando di disporre al meglio tutta la mia attrezzatura. Mi lavo i denti e dormo, cullato da un sogno, che pian piano si sta realizzando.

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