giovedì 17 ottobre 2013

Tappa #20 Mondavio/Corinaldo/Morro D'Alba/Jesi

Durante la notte mi rigiro spesso dentro il sacco a pelo. Sto bene, sono al caldo, ma il rumore continuo della pioggia battente sul soffitto del capanno mi ricorda invece che lì fuori non si sta più così bene, che non è più estate. Alle sei e mezzo la sveglia suona e dopo aver rifatto il mio zaino riprendo il cammino, ormai abituato alla pesante nebbia che mi avvolge. Ciò a cui non ho ancora fatto l'abitudine invece  è la pioggia, che ricomincia a cadermi addosso mentre mi dirigo verso Corinaldo. M'accompagna per un'ora, iniziando con qualche rara gocciolina ed aumentando man mano, come in un continuo crescendo, fino a diventare un vero e proprio acquazzone. Poi improvviso smette. Altri cento metri e sarei stato al riparo! Poco male, si sta aprendo un bel cielo azzurro, e la grande porticata mi guarda invitante finchè ripongo la mia fantastica giacca Karpos, ormai scudo inseparabile, nello zaino. Il sole illumina il selciato bagnato dando ai muri rossi delle case un'aria malinconica e antica allo stesso tempo. Spariscono tutte le nuvole mentre mi addentro nelle campagne marchigiane, dolci e rotonde, tipiche della zona basso pesarese ed anconetana. Campagne che vedevo sempre dal finestrino della macchina, andando al mare a Sirolo. Viste così però, da solo, in silenzio, a piedi, sono tutta un'altra cosa! Mi siedo per un poco sul bordo della strada, osservando come il sole, spostandosi, colori la terra di mille sfumature diverse. Vorrei rimanere lì per sempre. In certi momenti infatti si prova una sensazione unica, come di distacco dalla realtà, in cui ciò che gli occhi vedono, ciò che i sensi provano, si deposita profondamente nel tuo io, segnandoti. A Morro D'Alba visito lo stupendo camminamento "La Scarpa", di periodo rinascimentale, è l'unico percorso su mura di cinta interamente coperto da una loggiata che segue tutto il perimetro della rocca ad sssere ancora intatto e conservato. Percorrendolo mi immedesimo nelle guardie che giorno e notte la percorrevano, controllando e difendendo tutto il borgo. Prima di ripartire faccio tappa al museo locale della mezzadria. Passare di qui è praticamente obbligatorio per me, in quanto il museo conserva moltissimi strumenti agricoli medioevali ancora in perfetto stato che aiutano, con un pizzico d'immaginazione, a capire quanto duro fosse il lavoro dei mezzadri. Stupendi ed affascinanti srumenti da lavoro, macchine per cardare la lana, arcolai e grandi telai in noce, per nulla lontani da quelli che le nostre nonne, fino a cent'anni fa, usavano su da noi, nelle stube dei masi alpini. Lasciatomi dietro Morro scrivo un messaggio a Simone, l'amico che tre giorni prima mi ha ospitato a Genga, per sapere se lo posso trovare in zona Jesi per bere un caffè. Mi chiama. "Ehi, come va? Guarda che c'è mia moglie che ti vorrebbe conoscere. Se a te fa piacere ci troviamo a Jesi e puoi venire a dormire qui da noi. Poi domani se vuoi ti accompagnamo ad Offagna e da lì riprendi il cammino." È davero una persona splendida penso tra me e me. Mi sono trovato benissimo fin da subito con lui, tre giorni prima, a chiacchierare di montagna e di motori e così accetto. Arrivo a Jesi nel primo pomeriggio, l'appuntamento è all'arco clementino prima di sera e così ho un po' di tempo per godermi la visita. L'enorme cinta muraria ancora perfettamente intatta, il palazzo della signoria e la biblioteca planettiana. Una città che incanta ogni mio senso, considerata, con grande merito, tra le più belle della regione. A stupirmi ulteriormente è la targa che cita: "Qui nacque nell'anno 1197 Federico II di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero, d'Italia e di Gerusalemme." Raffinata in ogni suo scorcio, i miei occhi vengono attratti dai mille particolari che i suoi edifici nascondono. Purtroppo, circondato da questo spettacolo, il tempo vola e mi dirigo all'appuntamento. So già che anche stasera sarà piacevole come poche fin'ora, e che finiremo col fare tardi, ma va benissimo così, perchè poche cose importano, quando si è felici e si sta bene!

Nessun commento:

Posta un commento